Beato Michele Sopoćko

«Il vangelo non consiste in questo: dire che i peccatori dovrebbero diventare buoni ma che Dio è buono con i peccatori»

Beato Michele Sopoćko, l’Apostolo della Divina Misericordia

Introduzione

Il Beato Michele Sopoćko è poco conosciuto ma insieme a Faustina egli fu il vero corealizzatore di tutta l’Opera della Misericordia. Senza di lui non avremmo il Diario di Santa Faustina (scritto proprio per sua richiesta), l’immagine di Gesù Misericordioso, la Congregazione delle Sorelle di Gesù Misericordioso e la divulgazione e propagazione del messaggio della Misericordia secondo le rivelazioni fatte a Santa Faustina. Se quest’ultima fu la parte nascosta e più contemplativa in questa opera, Sopoćko fu colui che più attivamente e concretamente realizzò le richieste del Signore Gesù. Ecco a tal proposito come simbolicamente viene descritta l’opera della misericordia nel Diario di Faustina:

Oggi ho visto due pilastri molto grandi innalzati da terra, uno l’avevo innalzato io e l’altro una certa persona, S. M. (Sopoćko Michele), con uno sforzo inaudito, enorme fatica e impegno, e quando il pilastro fu innalzato non sapevo io stessa dove avessi preso tanta forza… quei due pilastri distavano tra loro lo spazio di questa immagine. Ed ho visto questa immagine sospesa fra i due pilastri molto in alto. In un attimo su quei due pilastri è sorto un grande tempio… all’esterno e all’interno del tempio c’era una grande moltitudine di gente ed in rivoli che uscivano dal Cuore pietosissimo di Gesù si spandevano sopra tutti

(Santa Faustina, Diario 1689)

Ecco quindi descritta da un lato l’importanza di questa opera e dall’altro la grandezza e la rilevanza del Beato Michele Sopoćko in tutta questa impresa. D’altra parte sulla santità ed elezione del beato troviamo nel Diario molteplici conferme come quando vedendolo per la prima volta di persona (in quanto lo aveva visto almeno due volte già prima di incontrarlo) Faustina sente nel suo intimo queste parole “ecco il mio servo fedele egli ti aiuterà a fare la Mia Volontà qui sulla terra” (Diario, 263). Le stesse parole (servo fedele) vengono utilizzate da Gesù per il direttore di Santa Margherita Maria Alacoque che ricevette le rivelazioni del Sacro cuore. Interessante notare che le uniche due rivelazioni private il cui messaggio la Chiesa ha istituzionalizzato attraverso una festa sono proprio il Sacro Cuore e la Divina Misericordia. Curiosa anche la coincidenza del giorno in calendario, infatti sia Sopoćko che P. Claudio de la Colombière si festeggiano il 15 febbraio, onomastico di Santa Faustina in quanto lo stesso giorno si ricorda anche S. Faustino.

In un altro passo leggiamo “Il Mio sguardo è rivolto su di lui giorno e notte. Nella sua corona ci saranno tante corone quante sono le anime che si salveranno tramite quest’opera.” (Diario, 90) e ancora “è un sacerdote secondo il Mio cuore; i suoi sforzi Mi sono graditi. Per suo mezzo spargo consolazioni per le anime sofferenti e tormentate, per suo mezzo mi è piaciuto diffondere il culto alla Mia Misericordia e per mezzo di quest’opera della misericordia si accosteranno a me più anime di quante ne verrebbero se egli continuasse ad assolvere giorno e notte fino alla fine della vita. Infatti coi egli lavorerebbe fino alla morte mentre con quest’opera lavorerà fino alla fine del mondo” (Diario, 1256), “la sua mente è strettamente unita alla Mia mente” (Diario, 1408).

Percorriamo dunque brevemente la vita di questo Beato cosi importante per la spiritualità dei nostri tempi. (Questa breve presentazione biografica è tratta dal libro “il cammino della santità di Don Michele Sopoćko” di Henryk Ciereszko).

Infanzia e giovinezza

Michele nasce il 1 novembre 1888 a Nowosady, nella regione di Juszewszczyzna, nel distretto di Oszmiana. Viene Educato in una famiglia molto religiosa (il padre Wincenty presiedeva ogni giorno le preghiere in casa) che però aveva una situazione economica alquanto difficile. La vita quotidiana era rappresentata dal lavoro nei campi. Sopoćko era considerato un bambino molto religioso, talvolta faceva degli altarini davanti ai quali pregava. Fin da bambino sente la sua chiamata, nel suo Diario scrive “la vocazione al sacerdozio che ho avvertito abbastanza presto”. Il parroco di Zabrezezie padre Jan Junicki aveva custodito e alimentato con saggezza questo desiderio. Era un esempio per Michele. Il fanciullo Sopoćko alla scuola di Oszmiana difese i diritti della gioventù cattolica per poter professare la propria fede. Nel 1906 fu costretto a interrompere gli studi per la situazione economica della famiglia ma nel 1907 ricevette la proposta di insegnare alla scuola parrocchiale di Zabrezezie. Gli piaceva molto insegnare e insegnando era motivato anche a formarsi. Insegnava grammatica e stilistica. Per formarsi lesse molta letteratura polacca sopratutto Mickiewicz che lo influenzò nei grandi ideali patriottici e religiosi. Dopo un anno la scuola fu chiusa perché sospettata di essere a favore della causa polacca e cattolica con una condanna del parroco e di Michele dal tribunale zarista di Oszmiana. I parenti suggeriscono al giovane Sopoćko di partire per Vilno per continuare la formazione. Nel settembre del 1908 ( a 20 anni) partì senza alcuna sicurezza.

A Vilnius

Arrivato a Vilnius nel settembre del 1908 all’inizio non trovava nulla, poi un giorno si dirisse dalla Madonna di Ostra Brama per una preghiera che nel suo diario descrive così “durante la preghiera mi sono sentito affluire un’energia ed è entrata in me la fiducia”. Dopo questo si reca in città nel collegio per l’educazione della gioventù e li gli proposero di insegnare latino ai ragazzi. In questo collegio regnava lo spirito religioso e polacco. Molti giovani formati in questo collegio desideravano poi entrare in seminario. Vi era un educatore di grande personalità Josef Zmitrowicz che era un patriottico, famoso per dedicarsi all’educazione religiosa della gioventù. Ebbe una grande influenza su Michele. In questo periodo il giovane Sopoćko completò anche i suoi studi dell’istruzione ginnasiale e sostenne gli esami nell’aprile del 1909. Dopo di questo presentò subito prima delle vacanze la domanda d’ingresso al seminario e superò l’esame di ammissione. Ma il governatore di Vilnius non approvava questa richiesta d’ingresso per la precedente condanna nel tribunale di Oszmiana. Per un anno, non sapendo se lo avrebbero riaccettato più, rimase a Vilnius nel collegio ospite come assistente di Zmitrowicz con la speranza e nell’attesa di venir accettato. Questa fu una grande prova di fiducia. Ma nel giugno del 1910 finalmente arrivò una lettera dal seminario in cui il governatore consentì di intraprendere il percorso. Tuttavia vi fu ancora un ultima prova prima di entrare in seminario che riguardò la grave situazione economica dei familiari che si fece più pesante in quel periodo. Nacque in lui un conflitto tra entrare o rimanere accanto ai suoi, ma alla fine decise di entrare anche perché non avrebbe potuto aiutarli realmente.

In Seminario

Entrò nell’agosto del 1910 in seminario e fu esentato dal versamento dei contributi obbligatori per i seminaristi per intercessione di Zmitrowicz. Lo studio non era un problema poiché era molto studioso. Anche le regole del seminario furono vissute con grande gioia. Annotò nel diario “il tempo passato qui è per me il più fruttifero”. Al secondo anno di studi morì sua madre e fu un trauma enorme e anche durante l’anno ebbe delle ricadute per questo motivo. Fu chiamato alla consacrazione un anno prima del solito poiché c’era il timore che potesse esser chiamato alle armi. Il rettore lo chiamo nell’aprile 1912 per unirsi agli esercizi spirituali dei futuri sacerdoti. Lui rimase molto sorpreso ma il suo padre spirituale non solo non lo ostacolò ma quasi lo obbligò ad accettare. Racconta un’esperienza mistica che gli capitò “ prima della consacrazione (in cattedrale) vidi il Salvatore flagellato che mi guardò e mi disse: “chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” questo mi rincuorò un poco e tremante mi misi in fila dietro quelli che stavano ricevendo la consacrazione”. il 15 giugno 1914 fu ordinato sacerdote. Celebrò la prima messa il 29 a Lebiedziew.

Vicario a Taboryszki

Il primo compito di Sopoćko fu quello di vicario a Taboryski. Il primo anno si occupò del catechismo dei bambini e ragazzi e la formazione del coro. Aprì delle cappelle nelle località vicine e si sacrificò per poter far avere una celebrazione in queste. Dopo il ritiro dei russi si aprì la possibilità di creare scuole polacche dopo 100 anni di schiavitù politica. Si mise a creare la scuola nell’area della parrocchia. Nel diario di quegli anni annota stanchezza, generale spossatezza “quanti sforzi feci… e quanto mi costò solo Dio lo sa”. Per la sua attività ed impegno patriottico fu accusato di tendenze nazionalistiche sotto l’influenza di una propaganda pro-bielorussa. All’inizio del 1918 i tedeschi iniziarono a sorvegliarlo con un reale pericolo di arresto. I superiori per questo lo spostarono da Taboryszki dopo 4 anni e lo mandarono a Varsavia per fare ulteriori studi teologici. Questi 4 anni rivelarono in lui fervore apostolico e sensibilità per le questioni sociali ma sopratutto grande vita interiore caratterizzata da una severa autocritica.

Cappellano militare

Le lezioni di Varsavia furono presto sospese per il conflitto militare con la Russia da parte dei Bolscevichi all’inizio del 1919. A questo punto Sopoćko si presentò in curia e chiese lui stesso di poter prestare servizio nell’esercito. All’inizio fu mandato in un ospedale militare poi sempre su sua richiesta fu mandato al fronte con le truppe che combattevano in prima linea mettendo in pericolo la propria vita. Ma ciò per poco tempo poiché si ammalò di tifo e nell’autunno del 1919 fu trasferito al campo di formazione di Kosciuszko a Varsavia nel quale aveva il compito della formazione religiosa e morale dei soldati, la gestione dell’ospedale militare e del cimitero militare. Questo incarico lo ricoprì fino al 1924. Intanto completò i suoi studi in pedagogia con una tesi sull’alcolismo fra i giovani. Partecipò anche a sedute di una commissione parlamentare per una speciale legge anti-alcolica. Nel 22′ esce “Obblighi verso la patria” che contiene le sue conferenze sull’educazione all’amore per la nazione. Nel 1924 fu trasferito a Vilnius nel ruolo di responsabile del distretto militare ed oltre a questo il vescovo gli ordinò di organizzare le associazioni giovanili nella diocesi. A Vilnius iniziò la ricostruzione della Chiesa di Sant’Ignazio. A partire dal 26′ tenne lezioni per docenti di psicologia, pedagogia e metodologia per l’insegnamento di religione. Come cappellano militare a Vilnius rimase fino al 29′,periodo in cui ottenne un congedo di tre anni per il nuovo incarico nel seminario di Vilno. Da ciò fu esentato definitivamente solo nel 32′.

Padre spirituale al seminario

L’8 agosto del 1927 fu nominato padre spirituale del seminario. Fu molto meravigliato di ciò e non si sentiva adatto tanto che rifiutò umilmente ma il vescovo insistette. Dopo i timori iniziali il servizio gli piacque e amò quell’incarico. Per due anni quest’incarico lo accoppiò a quello di cappellano militare poi ottenne un congedo di tre anni. Già dal 27’ fu assunto come professore alla facoltà di teologia presso l’università di Stefan Batory. Nel 28’ inoltre gli furono affidate le lezioni di storia della filosofia e più tardi di teologia pastorale (omiletica, catechetica, pedagogia). In seminario fondò il circolo dei seminaristi astinenti (lui stesso lo era). Promosse tra i seminaristi la ginnastica, i giochi sportivi e l’attività fisica che lui stesso non trascurava avvertendo una positiva incidenza sulla sua salute. I seminaristi lo ricordano per una più profonda vita interiore che si manifestava nella celebrazione della Santa Messa. Svolse l’incarico di padre spirituale fino al 32′ (per 5 anni).

Professore al seminario e all’università

Padre Sopoćko vedeva nel lavoro intellettuale uno dei più importanti compiti della sua vita. Nel 32 dopo l’esenzione dal ruolo di padre spirituale si dedicò ad una tesi di abilitazione sul tema dell’educazione spirituale in Mikolaj Leczycki gesuita polacco teologo ed educatore. In due anni raccolse il suo pensiero e pubblicò un’opera in 4 volumi “ Mikolaj Leczycki sull’educazione spirituale”. Le sue lezioni erano chiare, era un professore esigente ma giusto. Non manteneva distanze ma aveva un’apertura paterna verso gli allievi. Vero insegnante ma soprattutto educatore. Era comunque sempre preoccupato per la formazione dei sacerdoti e fece stampare articoli e conferenze sulla formazione sacerdotale tanto che proponeva di fondare una comunità sacerdotale. Tale proposta però non ebbe seguito.

Confessore della Santa e Co-realizzatore dell’Opera della divina Misericordia

Nel 33′ incontrò Santa Faustina in qualità di confessore delle suore congregazione alla quale apparteneva. Poiché il tempo non permetteva incontri lunghi egli invitò Faustina a scrivere le sue esperienze che egli avrebbe letto in seguito: cosi dalla sua iniziativa nacque il Diario. Prima della guerra del 34’ fece dipingere l’immagine di Gesù Misericordioso e la fece sistemare nella Chiesa di San Michele a Vilno. Da questo momento Sopoćko lavorò instancabilmente per diffondere il culto della Divina Misericordia. Diffondeva con articoli e vari scritti su questo culto, ma trovando scarso appoggio dalle autorità ecclesiastiche. Faustina mori il 5 ottobre 38’ e nell’ultimo incontro raccomandò a Sopoćko di non smettere di diffondere il culto anche se la sentenza della Chiesa fosse stata negativa. “Sentivo che questo nostro colloquio era l’ultimo in questa vita…sentivo un grande dolore nell’anima e l’amarezza per dover dire addio ad una creatura così eccezionale e che ora venendomi a mancare lei sarei stato così abbandonato da tutti” (il testamento di Faustina scritto nel Diario di Sopoćko). Sulla comunione spirituale tra i due troviamo nel Diario di Faustina un passo particolarmente interessante: un giorno S. Faustina si sentii spinta a offrire per Michele Sopoćko tutte le grazie e pregò Gesù che mandasse su di lei tutte le sofferenze esteriori e interiori che il suo direttore avrebbe dovuto soffrire quel giorno. Dio accolse in parte il suo desiderio e subito cominciarono tribolazioni esteriori e interiori cosi forti che vinta dalla stanchezza faustina entrò in cappella piangendo e sentì queste parole “Figlia mia perché piangi? Dopotutto ti sei offerta da sola per questa sofferenza. Sappi che quello che tu hai ricevuto per quell’anima è una parte molto piccola. Egli soffre ancora di più” . e chiesi al Signore perché si comportasse in questo modo con Lui. Ed il Signore mi rispose che lo faceva per la triplice corona che gli era stata destinata: della verginità, del sacerdozio e del martirio. E subito la gioia invase la mia anima, al pensiero della grande gloria che avrebbe ottenuto in paradiso”. (Diario, 596). Ora riflettiamo; se Faustina, che conosciamo essere una grande santa capace di sopportare patimenti enormi, vacillò e pianse di fronte a queste sofferenze, quale stima dobbiamo avere del Beato Michele Sopoćko sapendo che egli, secondo le parole di Gesù, soffriva “ancora di più”?

I tempi della guerra: la fondazione delle Sorelle di Gesù Misericordioso

Nel 41’ Vilno fu occupata dai tedeschi che iniziarono a sterminare gli ebrei. Sopoćko aiutò molti ebrei, alcuni salvandoli e sostenendoli materialmente e spiritualmente (una decina si fecero battezzare). Nell’estate del 41′ partecipò alla fondazione delle suore di Gesù misericordioso. Questa congregazione fu una delle richieste di Gesù. Già dal 39′ agli incontri di Padre Sopoćko partecipava Jadwiga Osinska laureata in filologia classica. Un giorno confidò al padre di volersi dedicare al servizio di Dio in una congregazione ma non sapeva in quale. Cosi anche alcune sue colleghe partecipanti agli incontri. A Jadwiga, Sopoćko propose di passare le vacanze del 41′ nella casa della Congregazione delle Suore degli Angeli come un ritiro per capire la volontà di Dio. Al ritorno dichiarò a Sopoćko di volersi dedicare a Gesù Misericordioso e fondare una nuova congregazione. Ben presto si uni a lei Izabela Naborowska e poi altre cosi che all’inizio del 42’ erano già un gruppetto di sei. Padre Sopoćko era la loro guida spirituale aiutato da una suora della congregazione degli angeli. Ma il 3 marzo 42′ i tedeschi arrestarono i professori e seminaristi del seminario. Padre Sopoćko riuscì a scampare perché in quel momento non era presente. Avvertito passò al convento delle suore orsoline e travestito fu trasportato a Czarny Bor non lontano da Vilno vicino ad una casa delle orsoline dove si nascose fino al 44′ quando i tedeschi lasciarono Vilno. In questo periodo non si dimenticò della congregazione ma scriveva lunghe lettere dal suo nascondiglio per la formazione ascetica e spirituale delle suore. L’11 aprile del 42’ le future suore deposero nelle mani di Padre Zebrowski i loro primi voti privati che rinnovarono negli anni successivi. Dal settembre del 44′, dopo l’ingresso dell’armata sovietica a Vilno, riprese sia le lezioni a Vilno sia a seguire le suore di Gesù misericordioso (con conferenze settimanali e la cura spirituale) seguite nel frattempo da Padre Zebrowski. Padre Sopoćko scrisse le loro costituzioni. Le autorità sovietiche costrinsero le suore a lasciare Vilnius e Osinska e Naborowska partirono per Mysliborz che fu la casa di riferimento anche per tutte le altre suore sparse in diverse parti del Paese. Nel 45′ i russi chiusero il seminario e ordinarono ai preti professori e ai seminaristi di partire per Bialystok. Padre Sopoćko restò a Vilnius ancora due anni su permesso del Vescovo e poi nell’agosto del 47′, per il pericolo di essere arrestato, dovette andare a Bialystok.

A Bialystok

Arrivò nel settembre 47′ e rimase tutto qui tutto il resto della sua vita. Da qui rimase in contatto regolarmente con le suore di Mysliborz andandole a trovare e tenendo loro conferenze ed esercizi.

In seminario

La sua attività principale era quella di professore al seminario (lezioni di psicologia, storia della filosofia poi teologia pastorale, teologia della vita interiore e teologia orientale e anche lingua russa). Abitava in Via Zlota in un appartamento perché non c’erano abbastanza posti nella struttura del seminario. Come prof aveva un’apparente severità e seppe dare voti bassi quando li meritavano. Anche in questo seminario fece esercizi spirituali, promulgò l’astinenza, promesse il benessere psico-fisico con l’attività fisica considerava lo sport come uno degli elementi del processo di maturazione (organizzava gli incontri “più movimento e gioia” in cui presentava alcuni esercizi).

Fuori dal seminario

Organizzava conferenze e ritiri sulla Divina Misericordia. Dal 51 organizzo delle lezioni settimanali nella Chiesa parrocchiale presso la procattedrale. Voleva inoltre costruire una chiesa per la Divina Misericordia ma alla fine non si arrivò a questo. Sempre nel 55′ avvenne la nascita canonica delle Congregazione col nome di “Suore di Gesù Cristo Misericordioso Redentore” che poi fu cambiato in “Suore di Gesù Misericordioso”.

Ultimi anni

Nel 62′ andò in “pensione”. Inizialmente si annoiava, annota nel diario, ma poi organizzò i suoi compiti e non si fermò fino alla sua morte. Offriva un servizio alla Cappella in via Poleska alla Congregazione delle Missionarie della Sacra Famiglia, si interessò alla vita del seminario organizzando negli anni 70′ alcuni incontri sulla Misericordia. Nella sua anzianità si dedicò maggiormente alla preghiera anche se per tutta la vita rimase uomo di azione. “la vecchiaia bisogna trattarla come la vocazione per un maggiore amore verso Dio…Dio ha nei riguardi dei vecchi piani nuovi consistenti nel rivelargli la sua vita interiore viso contro viso” (Diario). Fino alla fine dei suoi giorni mirava alla santità. Dal 70′ abitò stabilmente nella cappella in via Poleska dove morì il 15 febbraio 75′ giorno del ricordo di Faustina.

Per quanto riguarda il culto della divina Misericordia bisogna che ricordare che dal 6 Marzo del 59fu pubblicata una notifica della Congregazione del Santo Ufficio che annunciava che bisognava interrompere la diffusione delle immaginette e degli scritti sulla Divina Misericordia nella forma presentata da Santa Faustina con una speciale ammonizione a Padre Sopoćko perché smettesse di diffondere. Fu obbediente a questo divieto però non si sentì privato della possibilità di cercare di ottenere l’approvazione e di continuare a parlare e scrivere sulla misericordia senza riferirsi direttamente alle rivelazioni di Faustina. Nel 59′ usci a Londra il primo volume di “Misericordia Divina nella Sue opere e nel 62′ i successivi due a Parigi. Nel 67′ usci il quarto e ultimo volume di questo lavoro. Nonostante i suoi sforzi sembravano inutili e senza senso Sopoćko continuava inarrestabile. Nel 65′ iniziò il processo di beatificazione di Suor Faustina e i teologi sempre più si interessarono alla questione. Solo dopo la sua morte nel 78′ fu presentato il ricorso per la sentenza della Congregazione e presto nelle singole diocesi fu istituita la festa: come per dire “Se il seme non muore non porta frutto”.

Conclusioni

Sopoćko è difficile da definire in poche parole poiché egli fu un personaggio poliedrico: fu parroco, insegnante, educatore, padre spirituale, cappellano militare e patriottico, professore, ricercatore, scrittore ecc.. ma forse possiamo trovare una sintesi utilizzando le parole che Gesù disse a Faustina nei suoi riguardi e che unificano in certo modo tutta la sua vita: egli fu sempre il “servo fedele» che mise a servizio i suoi talenti per la gloria di Dio. Dietro infatti la molteplicità e la varietà dei suoi talenti e delle sue attività vi è la stessa unica disposizione di servizio amorevole a Dio e alle anime. Egli dunque è davvero quel “servo fedele e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici” a cui è stata affidata “l’amministrazione di tutti i suoi beni” (Mt 24,45-47) e che divenne partecipe e realizzatore della più grande missione per la Chiesa dei nostri tempi.